Dopo Pedro Acosta e Fermin Aldeguer dalla Spagna continuano ad arrivare dei talenti per il futuro della MotoGP. L’Italia, invece, al momento sembra essere ferma. Perché la Spagna ha un vivaio così fertile mentre il nostro paese fa un po’ fatica? Vi spieghiamo il motivo

Negli ultimi anni il dominio spagnolo in Moto2 e Moto3 ha alimentato un certo pessimismo tra chi mastica di gare di moto in Italia. C’è la tendenza generale a temere che, dopo gli anni d’oro di Valentino Rossi e l’imminente consacrazione di Pecco Bagnaia, il vivaio azzurro fatichi a sfornare nuovi talenti capaci di competere in MotoGP ai quei livelli lì. Gente capace di vincere gare e giocarsi il mondiale. Soprattutto perché in Moto3 l’italia non vince una gara da quasi tre anni (l’ultima vittoria è quella di Dennis Foggia a Buriram nel GP di Thailandia 2022), e quelli che si giocano le posizioni che contano sono quasi tutti spagnoli. Anche dai test è emerso che i più veloci al momento sono Angel Piqueras e José Antonio Rueda. Nazionalità? Sono spagnoli.

E per la MotoGP? Si sale dalla Moto2, e togliendo David Alonso, che è uno spagnolo mascherato colombiano (nato a Madrid), dalla Moto3 i nuovi arrivati sono Daniel Holgado e Ivàn Ortolà, entrambi spagnoli. L’unico non spagnolo ad aver fatto il salto è Collin Veijer (olandese). E nella stagione che sta per cominciare, nella classe che precede la MotoGP, 13 piloti su 30 sono spagnoli, tra cui tutti i candidati principali per il titolo Aron Canet, Manuel Gonzalez, Sergio Garcia e Alonso Lopez. Possiamo, quindi, dire che la Spagna è la nazione che, in questo momento, sta sfornando più talenti di tutti.

In Italia siamo davvero messi così male? Il futuro parla chiaro

I nomi caldi per il futuro già presenti nel mondiale sono pochi. L’Italia è davvero indietro rispetto alla Spagna, e per questo ci sono dei validi motivi. La verità è che al momento nel nostro paese le possibilità di crescere per un giovane pilota che vuole arrivare ad alti livelli non sono le stesse per chi vuole fare la stessa cosa nella penisola iberica. Un pilota inizia, prima di arrivare al mondiale, nel campionato nazionale. Il CIV (Campionato Italiano Velocità) in Italia e il CEV (Campeonato de España de Velocidad) in Spagna.

Il CIV non ha alcun contatto con la MotoGP, infatti è gestito dalla FMI (Federazione Motociclistica Italiana) e fa correre a rotazione i piloti in quattro piste italiane (Mugello, Misano, Vallelunga e Imola) in cui in soltanto due di queste corre la MotoGP. E i costi per affrontare il campionato straordinariamente alti se paragonati possibilità alle possibilità (intorno ai 70.000 euro a stagione)

Il CEV, che da un campionato nazionale è diventato un mondiale Junior, invece si trova sotto la gestione di Dorna (la stessa società che ha in mano il motomondiale e il mondiale Superbike). Fare il campionato spagnolo vuol dire correre non solo in Spagna (e quindi in quattro circuiti dove corre anche la MotoGP come Jerez, Barcellona, Aragon e Valencia) ma anche in Italia (Misano), Portogallo (Estoril e Portimao, pista dove corre la MotoGP) e Francia (Magny-Cours, presente nel calendario della Superbike). Costi? Poco più alti di quelli italiani (dai 90 ai 120 mila euro a stagione).

Inoltre, tanti team presenti nel motomondiale come Aspar, MTA e IntactGP sono i primi ad avere un vivaio piloti nel JuniorGP. Invece l’unico team del mondiale ad avere un reparto anche nel campionato italiano è Leopard. Addirittura ci sono stati team negli ultimi anni che hanno lasciato il campionato italiano per concentrarsi solo sul mondiale Junior come AC RACING TEAM (da cui vengono Guido Pini e Luca Lunetta) e PASINI RACING TEAM (da cui viene Pecco Bagnaia).

Ok, ma quali sono i profili più interessanti che l’Italia ha per il futuro in MotoGP? L’asse Lunetta-Pini

Romano, classe 2006, Luca Lunetta è uno di quelli nati per correre. Sin dalle prime gare nel CIV (in cui vince la categoria Pre Moto3 nel 2019) mostra di avere quella velocità pura che serve. Viene selezionato per fare la Red Bull Rookies Cup e dopo tre anni si laurea vice campione dello JuniorGP. Arriva nel team SIC 58 Squadra Corse e ottiene un podio nella stagione di esordio in Moto3. Nel 2025 continua con la Honda del team di Paolo Simoncelli.

Poi c’è Guido Pini, classe 2008, altro fenomeno in rampa di lancio. Ha impressionato tutti vincendo l’European Talent Cup nel 2022. Preso sotto l’ala di Emilio Alzamora (pilota e storico manager dei fratelli Marque), all’esordio nel mondiale Junior arriva secondo dopo aver saltato due round per infortunio. Nel 2025 esordisce nel mondiale Moto3 con IntactGP. PoleGP ha intervistato Guido Pini pochi giorni prima della prima gara della sua carriera nel mondiale.