Una gara spettacolare per la lotta vittoria tra Marc Marquez e Pecco Bagnaia. Dietro di loro Bezzecchi potrebbe aver trovato la strada giusta per far andare forte la GP-23. Disastro Martin, che butta via un sacco di punti.

Della gara a Jerez PoleGP ne ha parlato qui. La differenza tra GP-23 o GP-24 a Jerez non è importante, sono state entrambe protagoniste di una fuga che solo due pluri-campioni come Pecco e Marc potevano fare. In generale Ducati ha fornito un’altra volta prestazioni superiori a tutti gli altri e grazie al talento dei suoi piloti si confermano quelli da battere (voto 10). Se nella sprint race Marc e Pecco hanno avuto difficoltà, in gara hanno terrorizzato gli avversari, particolarmente Jorge Martin che dalla paura si è trovato in ghiaia. È sceso dalla moto come scendono i punti in classifica. Ne ha persi 25 da Pecco, che ora lo segue in classifica a -17. Per Martinator 4

10 per i primi due, 9.5 per Bez che ha comunque pagato quasi quattro secondi. Il buon risultato per i piloti VR46 può essere uno slancio ai prossimi gran premi europei, nei quali Marco deve continuare a dare gas se vuole stare davanti con continuità. Passi in avanti anche per Di Giannantonio, che si prende 7,5 insieme ad Alex Marquez che è rimasto costante tutto il weekend.

Brad Binder è la prima “non Ducati” in classifica. La sua sesta posizione valorizza una prestazione in linea con le aspettative. Non è ancora la KTM numero uno in classifica, ma oggi ha dato un segnale a Pedro Acosta che, dopo il podio della sprint, pensava di avere pista libera per un altro buon risultato. Lo squalo ha vinto la “sfida” contro Dani Pedrosa, che purtroppo è scivolato. Incidente anche per Jack Miller, causato da un contatto con Morbidelli valutato come contatto di gara, dunque senza penalità. Anche oggi, come spesso accade, solo uno tra i due ufficiali è arrivato a traguardo. Riassumendo la loro prestazione, la casa austriaca non supera il 5, solo Brad limita i danni con un 6.5; Acosta 5.5; Miller e Fernandez 3

Aprilia ha sorpreso in positivo con il team satellite. Miguel arriva addirittura davanti al pilota di riferimento (Maverick) della casa di Noale. Questo era un circuito in cui Aprilia poteva e doveva fare bene, invece già dal venerdì sembravano persi per le strade di Andalusia. Autori di una qualifica insufficiente non potevano aspettarsi di meglio nella gara. Se Vinales e Oliveira hanno combattuto a spada tratta per mantenere qualche punticino, Aleix Espargarò sembra completamente estraneo, su una moto che ha sviluppato principalmente lui. È un periodo molto buio del numero 41 e non sembra vedere la luce in fondo al tunnel, per cui non può ricevere un voto superiore al 3. Vinales 5 e il portoghese 6 se vogliamo considerare che loro hanno messo una pezza al lavoro sotto il 6 di Aprilia.

Le zone basse della classifica sono perennemente occupate dalle case giapponesi. La brutta prestazione di Yamaha poteva essere giustificabile in condizioni miste di asciutto/bagnato dove sappiamo andare male, ma la domenica il tempo era più che soleggiato e i risultati sono mancati lo stesso. Nella sprint la direzione gara ha annullato il podio di Fabio perché le pressioni delle gomme erano sotto il limite consentito. È un errore del team che si è preso il rischio di avvicinarsi troppo al tasso regolare, cadendo nell’illecito. Non possono che ottenere un 2. Hanno fatto meno punti di Honda, che è chiaramente più in difficoltà di loro. Solo Quartararo prende un 4, per il risultato della sprint. Rins invece, facendo meglio del compagno, si merita almeno 5.5

Honda ha concluso con 7 punti questo weekend. Cinque dei quali solo di Joan Mir, che sembra aver trovato la quadra per non cadere più come l’anno scorso. Marini sempre ultimo, ma in gara è riuscito incredibilmente a ottenere una “positivissima” diciassettesima posizione grazie alle disgrazie altrui. Per il Maro il voto è 2. Johann Zarco ha buttato una quinta posizione nella sprint proprio all’ultima curva, forse accecato da così tanti punti; in gara caduto ancora a causa di un contatto. In fin dei conti ottengono un 3 Honda, Johann e Nakagami e un 4 il campione del mondo 2020.