Dopo una stagione 2024 di rodaggio nell’ETC (European Talent Cup) Leonardo Zanni ha iniziato il suo primo anno (all’attivo aveva già una presenza ad Aragon lo scorso anno) nello JuniorGP con il piede giusto. Il pilota del Finetwork Mir Racing Team, al terzo anno nel team spagnolo, ha già collezionato tre quarti posti tra Estoril e Jerez, dimostrando grande maturità e una crescita costante. Attualmente terzo in campionato, Zanni si trova a 36 punti dal leader Brian Uriarte, autore di tre vittorie su tre.

Leonardo Zanni tra crescita e consapevolezza: “Il podio? Non è lontano”

Arrivato a Jerez con qualche incertezza e senza aver svolto i test come molti dei suoi avversari, Zanni ha saputo sorprendere con una prestazione solida e matura, sia in Gara 1 che in Gara2. In questa intervista ci racconta il weekend andaluso e le prospettive per la prossima tappa a Magny-Cours.

Weekend di Jerez senza test: com’è andata?
“Siamo arrivati a Jerez senza aver fatto i test, a differenza del mio compagno di squadra che li aveva nel contratto. Io no, e questo all’inizio mi ha preoccupato, anche perché quasi tutti i piloti di testa avevano girato. Però già dal giovedì ho visto che i miei tempi erano buoni e abbiamo cominciato a lavorare sui dettagli, come il rapporto delle marce. Era difficile da mettere a punto, anche a causa del vento che cambiava ogni turno. E poi il caldo (con picchi di 37 gradi) ha complicato tutto. Rare volte ho girato con così tanto caldo.”

E in pista come ti sei sentito?
“Abbiamo fatto tante prove fino al sabato, dove ho fatto una buona practice da solo. In qualifica ho voluto entrare da solo ed è andata bene: ho chiuso terzo, senza scie. Sono molto contento, perché l’anno scorso era impensabile per me girare da solo, tra il peso e le difficoltà. Quest’anno invece sto migliorando molto.”

Dove senti di dover ancora lavorare?
“L’obiettivo è migliorare le mie carenze. Quando miglioro quelle, migliorano anche le prestazioni. Non mi preoccupo troppo della posizione, perché il ritmo c’è per stare davanti. L’importante è continuare su questa linea. Il podio lo volevo, ma è stato difficile. Ho un anno in più di esperienza, ma in Moto3 non avevo mai dovuto gestire la gomma. Stavolta sì: non si tratta solo di talento, bisogna anche sapere gestire.”

Cos’è successo nelle due gare?
“Ho perso il podio per mezzo secondo. Alla curva 10 la gomma posteriore ha iniziato a cedere e lì ho lasciato il podio. Però ho imparato molto. In gara 2 invece ero più vicino: avevo il passo giusto per provare a staccare il gruppo insieme a Brian, ma poi siamo stati ripresi da altri, come Salmela, che ovviamente non vanno piano. Ho provato, ma ho pagato un po’ il tentativo.”

Parliamo di Brian: tre vittorie su tre. Cos’ha in più di te oggi?
“Ha più esperienza e ha fatto più test, anche a Jerez poco prima della gara. Io invece no. E poi ha vinto l’anno scorso: è forte, lo sappiamo. Ma non è inarrivabile. Anzi. Gestisce bene le situazioni, è furbo all’ultimo giro. In gara 1 io avevo più margine, ma lui si è messo davanti come un blocco, anche se non era la scelta migliore. Ha fatto il suo gioco. L’esperienza conta. Ma non è imbattibile.”

Adesso arriva Magny-Cours. Che obiettivi hai?
“A Magny-Cours arrivo con la testa di migliorare, non con l’ossessione di fare primo. Quello è sempre il sogno, certo. Ma adesso voglio concentrarmi su me stesso, sui miei punti deboli. E lì farò il test il 16 giugno. Non sono in tanti ad aver girato, quindi saremo più o meno tutti allo stesso livello. Potrebbe essere un piccolo vantaggio. Le aspettative ci sono, come sempre.”