Andrea Iannone ha chiuso il Gran Premio della Malesia senza energie, andando a sottolineare il fatto di quanto la MotoGP attuale sia difficile. Una prestazione importante però quella di Andrea, che ha chiuso con un tempo inferiore a quello di Bautista dello scorso, quando lo spagnolo salì su una MotoGP come wild-card.

Andrea Iannone, wild-card con VR46 in Malesia

Un ritorno clamoroso quello di Andrea nella classe regina del motociclismo, con un weekend che lo ha usurato fino al midollo. Dopo cinque anni dalla squalifica per doping, Andrea Iannone è tornato in MotoGP in sella alla Ducati del team VR46, al posto dell’infortunato Fabio Di Giannantonio. Operazione per il romano che si è conclusa sabato, con ottimi esiti e risultati che fanno ben sperare per la stagione 2025.

Lo sforzo, a differenza della categoria SBK, è un qualcosa di totalmente diverso, e questo Andrea lo ha sottolineato più e più volte. Nel giro secco ha dimostrato di essere veloce, sorprendendo addirittura anche Jorge Martin, il quale gli ha mandato un messaggio dopo le qualifiche. Mentre in gara, dove il passo è fondamentale, è stato un calvario. Nonostante ciò il tempo complessivo in gara è risultato di ben oltre 15 secondi inferiore a quello fatto segnare da Alvaro Bautista lo scorso anno, quando gareggiò a Sepang come wild-card Ducati.

Di seguito le parole di Andrea Iannone dopo il GP della Malesia:

Ho finito veramente allo stremo. Diciamo che la gara è stata una sopravvivenza e l’obiettivo era finirla. Il problema è sostanzialmente in frenata perché non ho riferimenti e non conosco i limiti della moto. Fisicamente non riesco a frenare e sfrutto poco gomme e frenata. Sono tutte cose che non puoi allenare in palestra ma direttamente sulla moto”.

Ho fatto quindici secondi meglio di Alvaro e lui aveva fatto quattro o cinque giorni di test mentre io nulla. Il mio metro di paragone non può che essere quello e non di certo Bagnaia. Martin mi ha mandato un messaggio, mi ha scritto ‘ho visto i dati, come guidi!’. Diciamo che c’erano dei punti dove ero allineato agli altri, soprattutto nel T2, mentre in altri ero più lento”.

Mi sono divertito, i dati sono chiari sulla mia velocità e ho dimostrato di saper ancora andare forte. Non dovevo fare cavolate e portare la moto al traguardo”.