Pecco Bagnaia è in difficoltà. Dopo tre gare dall’inizio del mondiale la classifica non gli sorride. Trenta punti da Jorge Martin e due gare in cui non ha avuto il passo per vincere, aggravate con lo uno zero a Portimao. Serve subito cambiare rotta prima che la situazione si complichi ulteriormente, anche perché un altro 2022 proprio non è fattibile…
La gara di Pecco Bagnaia ad Austin è stata degna di un romanzo di Robert Stevenson. Uno di quei libri dove il protagonista tutto a un tratto si trasforma da brillante scienziato e uomo di scienza a un mostro che terrorizza tutti. Una partenza rocambolesca dove ha subito un entrata aggressiva (ma corretta) da Jorge Martin in curva 1. Poi sei giri di fuoco, dov’era in piena lotta vittoria contro Marquez, Acosta e Martin e sembrava aver risolto i problemi della Sprint. Dopodiché il calo improvviso, a metà gara, dove perde tre posizioni. Da quel momento il nulla. Una lenta gara in declino, e in solitaria, dove raccoglie una top5 grazie alla caduta di Marc Marquez mentre era in testa.
Ai microfoni di Sky Sport MotoGP, dopo la gara, Pecco afferma che qualcosa non ha funzionato (ancora) con la gomma. Deluso, e consapevole che bisognerà lavorare tanto per tornare davanti. La vittoria in Qatar è stata l’unica nota positiva di una stagione fin qui partita malissimo. “Fino al 6° giro mi sentivo molto bene, pronto per lottare per vincere. Da lì in avanti ho guidato in difesa. Cerchiamo di fare il massimo, poi quando sarà il momento di attaccare e star davanti lo faremo. Dobbiamo capire un po’ di cose, è un inizio di stagione analogo al 2022. Lavorando torneremo dove ci compete.”
Il problema è uno solo: un altro 2022 oggi non è fattibile. La MotoGP è cambiata troppo, così come sono cambiati i rivali. Come principale avversario, adesso, non c’è il solo Fabio Quartararo in difficoltà con la moto che da metà stagione in poi non vince più una gara. Recuperare 91 punti in metà stagione oggi non è più possibile. Il problema (positivo) di questa MotoGP è che è fatta di campioni. Il livello è altissimo. Solo a giocarsi la vittoria in Texas c’erano Maverick Vinales, Marc Marquez, Pedro Acosta e Jorge Martin. Nomi di cannibali. Piloti a cui se viene dato un dito si prendono il braccio. Giocare con il fuoco non è tra le opzioni. Per vincere in questa MotoGP serve essere veloci da subito. È vero che la stagione è lunga, ma recuperare 30 punti a un Martin che (per ora) non ha sbagliato niente è difficile.
La verità dice che Pecco in due gare su tre non ha avuto la velocità e il passo per vincere. Almeno tre Ducati sembrano essere messe meglio di lui in questo momento. Non tanto in termini di velocità, ma in termini concretezza. Jorge Martin ha vinto a Portimao ed è leader del mondiale. Marc Marquez ha capito questa Desmosedici GP23 e se non fosse caduto, da leader, ad Austin sarebbe stato secondo in classifica. Enea Bastianini ha preso due podi su tre ed è secondo in classifica, nonostante in termini di velocità pura forse ne abbia meno perfino di Bagnaia. Per spaccare serve concretezza. Pecco dopo la vittoria in Qatar (e un accenno nella Sprint di Portimao) sembra aver avuto sempre quel quid che non gli ha concesso di giocarsi la vittoria per due weekend.
Detto questo, la situazione non è ancora critica. Non bisogna creare troppi allarmismi. Mantenere la calma e la testa in una situazione del genere è d’obbligo. Specie per un pilota che nella calma e il sangue freddo ci sta costruendo una carriera come Pecco. Perdersi è veramente un attimo, così come andare nel pallone. Da Jerez in poi servirà assolutamente invertire la rotta per evitare di creare un gap troppo ampio da ricucire.