Francesco (Pecco) Bagnaia è il classico bravo ragazzo che dovrebbe piacere a tutti. Sempre umile, mai arrogante. Mai sopra le righe. Nemmeno una parola fuori posto. Sempre pronto a prendersi le colpe e a dar meriti agli altri. Quando di meriti lui ne ha eccome, visto che tre titoli mondiali (due dei quali consecutivi e in MotoGP, su moto italiana) non si vincono per caso.

Insomma un campione dentro ma anche fuori dalla pista, che dovrebbe essere d’ispirazione.
Eppure c’è chi lo critica. Ferocemente perfino. Una frangia di detrattori accaniti che è pronta a tifare chiunque, purché non sia amico di Valentino Rossi. Oggi sono i tifosi di Marc Marquez, ma la faida si trascina probabilmente dai tempi del “Rossi vs Biaggi” più che del “Rossi vs Stoner”, perché riesce difficile credere che pure i ducatisti più intransigenti arrivino a disprezzare un loro connazionale che ha portato il marchio che amano sul tetto del mondo. E quindi a fronte di questo siano disposti a “chiudere un occhio” sul fatto che lui sia amico di QUEL Rossi. Sì proprio quel Rossi che tanto discredito avrebbe gettato su Ducati…
A prescindere dalla loro genesi come “villain”, a questi soggetti Pecco negli ultimi 2 anni ha reso la vita dura, anzi durissima. Vincendo tanto. E spesso in modo perentorio. Conquistando il primo titolo nel 2022 con una rimonta clamorosa su Fabio Quartararo, che sembrava essere ormai avviato verso il proprio mondiale “bis”.

“Il mondiale se lo meritava Fabio. Con quella moto lì avrei vinto pure io” hanno cominciato a belare. Insinuando che in questa MotoGP moderna, il pilota tutto sommato non contasse così tanto e fosse tutto merito della moto.

Come se pure io o “Pippo commentatore dal divano”, salendo sulla sua Ducati avessimo potuto tranquillamente eguagliarne le gesta! Mi pare logico e ovvio, no?

Ma Pecco si è ripetuto l’anno scorso contro Jorge Martin, nonostante il grave incidente che ha riaperto un campionato che diversamente si sarebbe chiuso molto prima. E che sarebbe stato meno interessante…

Questo avrebbe dovuto zittire anche i più scettici. E invece no.

Eccoli lì, i soliti sapientoni, i “veri appassionati” come si definiscono, depositari del verbo e anche del complemento oggetto. Pronti a spuntare tra i commenti delle pagine social che parlano di MotoGP, non appena qualcosa non va per il verso giusto.

Perché Pecco è condannato a vincere, nella condizione di assoluta superiorità tecnica di cui – a detta loro – lui godrebbe.

Arriva dietro a Martin? “Ma come, sei nel team ufficiale e ti fai mettere dietro da un pilota di un team privato”. Peccato che Martin abbia la STESSA identica moto. Ma andiamo oltre.

“Se Bastianini non si fosse infortunato l’anno scorso ti avrebbe fatto vedere come si guida”.

Se Marquez (quello vero) salisse su una Ducati ti darebbe due giri. Facile vincere correndo da soli”

Insomma sembra sempre che i meriti siano tutti del mezzo che guida, come se in pista non ci fossero altre 7 Ducati. Tre delle quali IDENTICHE alla sua.

Sono tenaci i detrattori di Bagnaia. Ma Pecco ha deciso di rendergli la vita dura. E oggi in particolare gliel’ha resa durissima.

Perché ha fatto andare TUTTO per il verso giusto.

La sua vittoria nel GP del Qatar è stata un capolavoro, l’apice di una gara imperiosa, gestita da vero campione.
Scattato dalla quinta casella dello schieramento, in appena tre curve era già primo. E a quel punto tanti saluti a tutti.

Né Brad Binder su Red Bull KTM Factory Racing, né soprattutto Jorge Martin fresco vincitore della sprint di ieri (e che con lui condivide la Ducati GP24), sono riusciti minimamente a impensierirlo.

Presa la testa della gara, Pecco non l’ha più mollata fino alla fine. La sua gestione delle gomme è stata priva di qualunque sbavatura. Mentre i due alle sue spalle battagliavano lui si è messo in tasca un secondo di margine e quel secondo se l’è portato avanti fino al traguardo.
Binder gli rosicchiava due decimi? Qualche curva dopo tornava ad essere un secondo tondo.

Guardate i tempi. Non ricorda anche a voi più che il suo mentore Valentino, la sua nemesi Jorge Lorenzo? Un vero martello!

Che gli vuoi dire a uno così? Certamente non puoi criticarlo, se hai un po’ di sale in zucca e di onestà intellettuale. Ma tant’è.

Lui fa spallucce. Ne soffre quando legge certi commenti sui social, ma può sopportarlo.

Perché Pecco è il campione che in fondo noi italiani non ci meritiamo ma di cui abbiamo bisogno. Un vero paladino, un cavaliere senza macchia.