Il campionato MotoGP 2024 iniziava con tante domande. Marquez finalmente su Ducati. Marini e Zarco in Honda. Rins in Yamaha. Le gara, soprattutto quella lunga di domenica, ci hanno dato le risposte.

Pecco Bagnaia – 10. Lui “lavora in silenzio” e nella gestione del weekend di gara sembra aver fatto un ulteriore step a livello di maturità e consapevolezza. Sabato ha lasciato sfogare Martin in una sprint race tiratissima e potenzialmente ad alto rischio (e poco ritorno) . Raccogliendo il massimo senza gettar via punti, dopo essersi accorto che qualcosa sulla moto non funzionava a dovere a livello di setup. La domenica invece è stato implacabile. Partito come una furia, dopo 3 curve era già primo e da lì in poi non l’ha più impensierito nessuno. Quando Pecco guida in questo modo gli perdoni pure l’aver gettato via (a due curve dal traguardo) il giro che avrebbe potuto regalargli pole position e record della pista. E capisci perché porti il numero 1 sulla carena.
Una dura lezione agli avversari e un monito su chi sia, anche quest’anno, il principale candidato al titolo. IMPECCABILE

Ducati – 10. Vince la sprint. Vince la gara lunga. Piazza 6 moto nei primi 8 posti nella gara lunga. Anche quest’anno la moto da battere. Ora capite perché Marc Marquez ha lasciato una Honda ufficiale per salire su una Ducati satellite? LA REGINA

Jorge Martin – 9. Dopo il finale tiratissimo del campionato 2023 ci si aspettava un Jorge velocissimo anche nel 2024. E così è stato. Pole position e vittoria della Sprint sono i suoi marchi di fabbrica e ci aspettiamo di vederlo accadere spesso! Il terzo posto nella gara lunga invece ci dice che nella gestione della distanza più lunga Martin deve ancora fare uno step, perché è lì che Bagnaia fa la differenza. I mondiali non si vincono con le gare del sabato e l’anno scorso dovrebbe averglielo insegnato, ma comunque il rivale più temibile di Pecco per ora sembra essere nuovamente lui. JORGE C’È.

Brad Binder – 9. La KTM è migliorata molto e lui ne resta di gran lunga il miglior interprete. Brad mette l’anima quando guida, anzi di più, sicuramente stimolato dall’arrivo di Acosta in GasGas sente la necessità di ribadire chi sia oggi il leader. Sempre di traverso in staccata, il sudafricano ha un controllo incredibile del mezzo e dal Qatar porta a casa due secondi posti che valgono oro e la seconda posizione in campionato, mostrandoci di avere tutte le carte in regola per giocarsi il titolo 2024 insieme a Pecco e Martin. CORAGGIOSO

Pedro Acosta – 9. Un debuttante? Non si direbbe dalla sicurezza sfoggiata fin dal venerdì. Dopo aver acciuffato le Q2, essere partito dall’8a casella e portato a casa un 8° posto nella sprint (che per inciso non lo ha soddisfatto) lui voleva di più! Nella gara lunga ha fatto il diavolo a quattro, rimontando come una furia dopo una partenza così così e arrivando addirittura a superare Marc Marquez… Ma nel farlo ha bruciato le gomme e a quel punto è stato uno show tra traversi e ruote fumanti. Mancanza d’esperienza certo, ma finché è stato della partita Pedro ci ha fatto divertire con numeri da Schwantz, facendoci capire che non appena prenderà la misure alla moto…. Ah e per la cronaca il giro più veloce della gara è stato il suo. SCATENATO

KTM – 9. La casa di Mattinghofen ha lavorato tanto e bene. Migliorando sensibilmente in velocità di punta. Avete visto che Brad riusciva a superare perfino Jorge Martin in rettilineo? Pure la guidabilità della RC16 è migliorata, segno che sull’aerodinamica si sta procedendo nella direzione giusta, grazie anche al contributo prezioso di Dani Pedrosa. A KTM però non basta essere la seconda forza in campionato. Vuole battere Ducati, Ed è importante che sia così o Acosta non resterà da quelle parti a lungo… AMBIZIOSA

Marc Marquez – 8.5. Nessuna caduta. Nessun rischio. E nella gara di domenica quando il podio sembrava alla portata Marc ha preferito accontentarsi. Non sembrava nemmeno Marc Marquez! Ma non fatevi ingannare, la bestia non è doma. Studia le prede nell’ombra… Alla prima gara con Ducati e senza esperienza con la moto è stato il più veloce e il primo al traguardo tra i piloti su GP23, su una pista che non ha mai amato. Marc quest’anno non punta a prendersi un podio o una vittoria rischiando tutto solo per dire “posso ancora farcela”. Lui sa che può farcela e vuole due cose: la sella che ora è di Bastianini e giocarsi il mondiale. Ma per farlo contro avversari simili sa anche che non può permettersi di gettar via punti. Così dosa esuberanza e rischi. E intanto impara. Vedremo il vero Marc a Austin. ATTENTI AL LUPO

Aprilia – 8.5. La squadra di Noale sotto la direzione tecnica di Romano Albesiano ha messo in pista ancora una volta una gran moto, probabilmente la più efficace in termini di gestione dell’aerodinamica e percorrenze in curva. Sul motore c’è ancora del lavoro da fare invece. Ma la moto è sicuramente competitiva e insieme a KTM rappresenta la seconda forza in campionato. I piloti però dove sono? Fabio Quartararo venderebbe l’anima al diavolo per essere su quella sella! CAVALLO DI RAZZA

Fabio Quartararo e Johann Zarco – 7.5. Entrambi guidano moto non competitive. Entrambi portano a casa il massimo che il mezzo gli concede, senza brutti errori. Questo non rende la situazione rosea, perché parliamo di posizioni oltre il decimo posto. Ma in quella condizione tecnica non si può fare di più. Johann non può lamentarsi, lui ha scelto di lasciare Ducati. Fabio invece si lamenta eccome, perché le promesse di Yamaha ormai non bastano più e lui giustamente guarda altrove. PURGATORIO

Aleix Espargaro – 7. Il sabato fa faville. E considerato che scattava dalla seconda casella, se solo fosse partito meglio la sensazione è che avrebbe potuto anche far sua la Sprint. La velocità di percorrenza sfoggiata sul finale era inarrivabile per tutti. Questo unito alle sue dichiarazioni della vigilia lo ponevano come uno dei candidati alla vittoria di domenica. Conclusa invece in 8a posizione a 11 secondi dal vincitore… Da lui e da questa moto ci si aspetta di più. Meno chiacchiere e più distintivo. PALLONE SGONFIATO

Fabio Di Giannantonio – 7. In una stagione in cui il livello al vertice è altissimo Fabio si è qualificato 7° ad appena 2 decimi dalla pole stratosferica di Martin (7 piloti in 2 decimi!) e a un soffio da Marc Marquez, con la sua stessa moto, dimostrando che quanto visto nel finale di stagione 2023 non era un fuoco di paglia. Questo gli sarebbe valso anche un 9 se poi non avesse gettato tutto al vento con un erroraccio durante la Sprint, proprio mentre battagliava con Marc… Un violento highside da cui è uscito dolorante. Il voto è di incoraggiamento per la velocità mostrata e la determinazione con cui ha affrontato la gara lunga. Pur dolorante ha chiuso 7° rifilando ben 10 secondi al compagno di squadra. Che non è un brocco qualunque… STOICO

Alex Marquez – 6.5. Alex ci aveva illuso risultando il più veloce nelle libere, poi è sparito. Solo nono in qualifica, dove si è preso tre decimi dal fratello. Nella Sprint ha concluso settimo e nella gara lunga sesto, davanti a Diggia. Non una brutta prestazione la sua, soprattutto ai ritmi indiavolati di quest’anno. Solo ci aveva fatto pensare a qualcosa di più. ANONIMO

Enea Bastianini – 6. L’anno scorso ci sono stati gli infortuni a condizionarne la stagione e una difficoltà di adattamento alla GP23 che sembra confermata dai problemi avuti quest’anno da Marco Bezzecchi. Ora però la stagione delle scuse è finita. Enea è partito ad armi pari con Pecco e sia nella Sprint che nella gara lunga è finito dietro a Marc Marquez al debutto con la moto dell’anno prima. Da un pilota ufficiale del team campione del mondo ma soprattutto dal pilota che nel 2022 ci aveva fatto entusiasmare nelle battaglie con Pecco crediamo sia lecito, anzi doveroso attendersi di più. Dov’è finita la grinta della Bestia? OPACO

Alex Rins – 6. Non conosce la moto. E la moto, una Yamaha M1 ben lungi dall’essere competitiva, non va nemmeno nelle mani di un talento che la conosce come Fabio Quartararo. Alex fa il possibile. Non si stende. La porta al traguardo. Ma qualcuno di voi l’ha visto inquadrato anche una sola volta? – SPARITO

Maverick Vinales – 5. Come per Enea Bastianini anche per Maverick è finito il tempo delle scuse. Qualcuno lo definisce “campione d’inverno” non a caso. Nei test fa registrare temponi e promette miracoli, poi alla prima gara si spegne. È accaduto anche questa volta. Decimo in qualifica. Nono nella Sprint dove il compagno Espargaro andava a podio, decimo nella gara lunga dove se non altro pure il compagno non ha brillato. Troppo poco. Soprattutto con questa Aprilia. Pure per lui il tempo è agli sgoccioli. DELUDENTE

Marco Bezzecchi – 5. Marco nel 2023 era stato, nella prima metà della stagione almeno e finché Pecco e Jorge non hanno preso le misure alla GP23, uno dei contendenti al titolo. Ma il 2024 appare decisamente più complicato. Problemi di adattamento alla nuova moto e un compagno di squadra sicuramente più arrembante e competitivo di quanto fosse l’anno scorso Marini lo stanno mettendo in difficoltà. In prova si prende 8 decimi dal Diggia e parte solo 15°. Nella Sprint finisce 11° mentre Diggia (prima di cadere) era là davanti a lottare con Marquez. Nella gara lunga è solo 14° a 10 secondi dal compagno acciaccato. Da lui ci aspettiamo di più. Anche VR46 si aspetta di più. Ma diamogli tempo e vediamo. RIMANDATO

Joan Mir – 5. Finisce 15° nella Sprint, davanti a Zarco. 13° nella gara lunga dietro a Zarco, che lo ricordiamo è al debutto su Honda e guida una moto satellite. Troppo poco per un ufficiale Repsol Honda, ma soprattutto troppo poco per un campione del mondo. La sensazione è che Joan sia stufo di prendersi rischi con una moto non competitiva e che non lo asseconda. RASSEGNATO

Jack Miller – 4.5. Si prende la paga dal debuttante Acosta con KTM satellite in qualifica. Si prende la paga da Acosta e 12 secondi dal suo compagno di squadra Binder anche nella Sprint. Nella gara lunga si risparmia l’imbarazzo stendendosi. Certo con un Acosta così sa di doversi giocare tutto e la pressione gioca questi scherzi, ma urge invertire la rotta subito o Jack oltre a salutare la sella da ufficiale KTM (una certezza) rischia pure di dover bussare alle porte di altri campionati… DISASTRO

Augusto Fernandez – 4. Ok sei in un team satellite e non guidi una Ducati. Ok il tuo compagno è un fenomeno che si chiama Acosta. Ma prendersi un secondo in qualifica da un debuttante, 10 secondi nella Sprint dallo stesso debuttante e altri 13 secondi nella gara lunga (sempre da lui) sono decisamente troppo. Anche se su di te non pesavano chissà quali aspettative… Miller se non altro sta reagendo d’orgoglio, pur sbagliando. Ma Augusto sembra aver tirato i remi in barca davanti al talento di Acosta che l’aveva umiliato già nei test. RASSEGNATO2

Miguel Oliveira, Raul Fernandez e Trackhouse Racing. 4. Miguel Oliveira è l’ombra di ciò che ricordavamo in KTM, dove era spesso in lotta per posizioni di prestigio. Pensavamo che la sua velocità ed esperienza sarebbero state valorizzate da una moto come Aprilia. E l’anno scorso, prima di infortunarsi sembrava fosse proprio così. In questo campionato 2024 pensavamo di averlo ritrovato, almeno nelle libere. Ma già in qualifica è scomparso, prendendosi 8 decimi dal compagno di squadra… L’eterna promessa Raul, perché da lui ci si aspetta molto, ma anche a questo giro non è arrivato niente. 13° e 14° posto per Oliveira e Fernandez nella Sprint. 15° posto per Oliveira nella gara lunga, con Fernandez ritirato. Un ben magro bottino per il team Trackhouse di Davide Brivio.

Honda e Yamaha – 4. Nessuna moto giapponese in Q2. Prima moto giapponese al traguardo nella sprint la Yamaha di Quartararo, 12°. Prima moto giapponese al traguardo nella gara di domenica, sempre la Yamaha di Quartaro, 11° a quasi 18 secondi da Bagnaia. Sarà anche Sol Levante ma noi vediamo BUIO PESTO.

Takaaki Nakagami -3.5. Se non scorressimo la classifica non ci accorgeremmo nemmeno della sua esistenza. Ma è riuscito comunque a far meglio di Marini. PRONTO, CI SEI?

Luca Marini – 3. Il Maro ha avuto attributi d’acciaio nel mollare le certezze Ducati per salire su una Honda da cui Marc Marquez è scappato a gambe levate. Crediamo più per l’orgoglio di gareggiare da ufficiale per un team che ha fatto la storia della MotoGP che non per interesse economico. Ma tant’è… Nei test era pure andato benino, spesso risultando più veloce dei compagni e credeteci avremmo voluto tanto dire “Buona la prima”. Invece… invece Luca si è qualificato penultimo prendendosi quasi un secondo e mezzo da Zarco su Honda satellite. È arrivato ultimo nella Sprint del sabato a 25 secondi dal vincitore (una media di 2 secondi al giro più lento di Martin). E ultimo pure la domenica a 42 secondi da Bagnaia (e quasi 20 secondi da Nakagami penultimo…). Per lui nemmeno la consolazione dell’indossare i colori Repsol, visto che lo sponsor fiutata l’aria che tirava si è lestamente defilato dalla posizione di main sponsor sulle carene del team. SI SALVI CHI PUO’

Franco Morbidelli – SV (Senza Voto). Il povero Franco ha saltato tutti i test precampionato per il brutto incidente durante la sessione di allenamento a Portimao con la Panigale V4. Ha scoperto la GP24 nel weekend del Qatar e tutto il resto è conseguenza. Essere stato preso in Pramac, su una GP24 ufficiale era l’occasione della vita per Franco dopo anni di penitenze in Yamaha. Ma è anche l’ultima occasione. E rischia purtroppo di trasformarsi nel suo peggior incubo. Siamo certi che con le gare e l’esperienza si rifarà. Ma sarà sufficiente? TUTTO DA RIFARE