Nel calendario della MotoGP è arrivato il turno del GP di Spagna. A Jerez, pista storica, tutti i big sono chiamati a confermare o ribaltare il risultato. Alessandro Borghese Style. Di spagnoli in Spagna, però, ce ne sono almeno quattro che sono motivati ad andare particolarmente forte…
La Spagna arriva a Jerez con tre piloti nelle prime cinque posizioni. C’è Jorge Martin leader del mondiale, che fino a qua non ha sbagliato niente. Ha vinto quando ne aveva e si è accontentato, facendo comunque bene, quando no. Ha dimostrato di avere la costanza che serve per vincere un mondiale in MotoGP. E infatti arriva a Jerez davanti a tutti, con 21 punti di vantaggio su Enea Bastianini. Guadagnare altri punti sul secondo, magari vincendo ancora, potrebbe rappresentare una bella stangata che convertirebbe in inseguimento un campionato per adesso molto equilibrato. Jorge ha forse capito che le cappellate stile Mandalika lo scorso anno, quando cadde da praticamente sicuro vincitore, sono da evitare. E se riesce a trasformare, come sta facendo, questa consapevolezza in concretezza in pista diventerebbe davvero difficile batterlo.
Il secondo spagnolo, terzo in classifica generale, è il vincitore dell’ultimo GP. Maverick Vinales. È tornato a vincere un Gran Premio dopo 1113 giorni (da Qatar 2021 sulla Yamaha) sbloccandosi definitivamente sulla RS-GP. Ad Austin Top Gun ha fatto la pole, vinto la Sprint, gara, giro veloce ed è l’unico pilota ad aver vinto con tre moto diverse nell’era MotoGP. Ha preso tutto quello che poteva prendere. Vediamo se sfrutterà il momento positivo per andare forte anche a Jerez, per lui anche pista di casa. Il fattore psicologico, specialmente per lui, conta tantissimo e infatti è quello che lo ha fermato dal performare dal suo approdo in MotoGP. Deve avere tutto sistemato. Tutto pronto. Se si convince che ha un problema, quel problema si trasforma in realtà. Tutto il circus della MotoGP attende di vedere qual è il reale livello di questo Vinales.
Il terzo moschettiere è sicuramente Pedro “Maravilla” Acosta. Ormai è diventato un big. Non scappa più. Un ragazzino di neanche vent’anni che ha addosso gli occhi del mondo intero. Due podi (Portogallo e Americhe) ottenuti nelle prime tre gare nel mondiale. Arriva in Spagna addirittura davanti al campione del mondo in carica (Pecco Bagnaia) in classifica. Al momento non si può non considerare Pedro in lotta per vincere il mondiale. In più adesso arrivano piste come Jerez, Le Mans, Barcellona e Mugelloche lui conosce benissimo perché le ha fatte e rifatte fin da piccolo anche nel CEV e Red Bull Rookies Cup. E se si è giocato la vittoria in una pista come Austin senza aver fatto dei test, può sicuramente fare davvero molto bene questo weekend.
L’ultimo membro della band è sicuramente lui: Marc Marquez. Da una parte c’è sicuramente il rammarico di aver buttato (ne abbiamo parlato qui) una potenziale vittoria negli Stati Uniti, dall’altro la consapevolezza di potersi giocare sempre la vittoria. Una situazione rosea anche solo paragonandola allo scorso anno, dove era fuori per infortunio su una Honda che tendeva a tirarlo giù in tutte le curve. Per il numero 93 deve ancora arrivare la prima vittoria con la Desmosedici GP e la Spagna può rappresentare l’occasione giusta. Lui ha vinto a Jerez ben tre volte in MotoGP. Nel 2014, 2018 e 2019. Ma la pista spagnola è anche fonte di brutti ricordi. Qui, infatti, nella gara del 2020 Marc arrivò a fare un volo spaventoso che lo costrinse al più lungo stop della sua carriera. L’inizio di un declino da cui ancora sta cercando di rialzarsi. Chissà se proprio qui…