Parlando con il giornale spagnolo El Periódico, Marc Marquez ha parlato di quanto valore ha avuto il mondiale 2025 facendo in generale una panoramica sulla sua situazione

Il 2025 di Marc Marquez è stato un anno indimenticabile. Sotto ogni punto di vista. Il 28 settembre si è laureato, in Giappone, campione del mondo per la nona volta, festeggiando il titolo con il motto significativo “più di un numero”. Da una parte lo spagnolo è tornato al vertice del motociclismo dopo quattro anni di calvario tra sofferenze, dolori, operazioni e sacrifici, dall’altra una settimana dopo, durante il Gran Premio d’Indonesia, un altro infortunio gli ha rovinato i piani per il fine stagione, impedendogli di partecipare alle ultime gare e ai test di Valencia.
Marc Marquez ha iniziato a parlare della sua situazione fisica in una lunga intervista al giornale spagnolo El Periódico, di cui riportiamo i pezzi più importanti e significativi. “Fisicamente stiamo migliorando, che è la cosa importante. Abbiamo avuto quattro o cinque settimane di immobilizzazione e, logicamente, il braccio perde tantissimo, ma ora poco a poco stiamo migliorando, facendo controlli ogni due settimane per assicurarci che tutto proceda bene e sia a posto. L’osso deve saldarsi correttamente, bisogna aspettare, e anche il legamento deve rimanere nelle migliori condizioni possibili. Vediamo se presto possiamo passare a una riabilitazione un po’ più intensa, ma per il momento molte ore di lettino, fisioterapia, camera iperbarica… tutto ciò che può aiutare è guadagnato.”

Il 2025 di Marc è stato un anno stellare, con 11 vittorie in gara e 14 nelle Sprint, per un totale di 10 “double” (Sprint + Gara) in una stagione, di cui 7 consecutivi — primato assoluto nell’era Sprint. Inoltre, ha chiuso la stagione con 541 punti, con un vantaggio di 201 punti su Alex Marquez. Un margine enorme. “Non immaginavo affatto di avere un anno così buono. Me l’aspettavo, quello era l’obiettivo, mi dicevo che avrei potuto provare a lottare per il Mondiale, ma non in questo modo, chiudendo il titolo con cinque gare d’anticipo. In questo momento credo sia qualcosa quasi irripetibile, perché tra le sprint e le gare ogni weekend ci sono tantissimi punti in palio e non è facile. Abbiamo fatto un anno molto solido, con qualche errore, ma vincendo tantissime gare.”
Alex Marquez è cresciuto tanto, e nel 2026 avrà una moto factory, con pieno supporto da parte di Borgo Panigale. “Ogni anno è diverso. Anche se ti è andata bene una stagione, non significa che la successiva sarà uguale o migliore. Normalmente è peggiore all’inizio, perché tutti ti mettono nel mirino. Ma dobbiamo lavorare questo inverno per arrivare al massimo possibile, perché ci saranno rivali molto forti. Sia Álex, che è vicecampione del mondo, sia Bezzecchi, che ha chiuso l’anno in un grande stato di forma, sia Pecco Bagnaia, che è due volte campione MotoGP e ha la mia stessa moto. Ci aspetta una stagione molto intensa, soprattutto nella prima parte.”

“Ho saltato i test di Valencia. Non stare sulla moto ti penalizza sempre. Poco, molto, più o meno… dipenderà da come mi sentirò all’inizio dei test a febbraio. Ma ovviamente all’epoca abbiamo valutato tutte le opzioni, e mi avrebbe penalizzato molto di più non arrivare bene fisicamente a febbraio, rispetto a non aver fatto il test di Valencia. Si poteva fare? Forse sì, ma con tantissimo rischio di ricadere nell’infortunio, e questo era ciò che volevamo evitare a tutti i costi. Vedremo se potrò sentirmi bene a febbraio e da lì iniziare a costruire la pre-stagione nei cinque giorni che avremo: tre in Malesia e due in Thailandia.”

Al Gala MotoGP di Valencia Marc Marquez ha chiesto rispetto per Valentino Rossi quando è stato nominato e il pubblico spagnolo ha iniziato a fischiare. Alla domanda se si sta sfilando dalla polemica con Valentino, Marc ha risposto affermativamente. “Sì. Una delle cose che ho imparato nella mia carriera è avere rispetto per i rivali. In pista ognuno cerca di dare il massimo, e tutte le situazioni o incidenti che puoi causare tu o altri sono sempre involontari, perché tutti andiamo al limite. I tifosi apprezzano questo spettacolo, ma comporta rischi. Molte volte un pilota, con l’adrenalina alta, commette un errore, viene penalizzato e basta, lì deve finire. Una delle cose che ho imparato è che è difficile vivere con rancore: non è possibile.”
