Dopo una durissima stagione chiusa al 19° posto, Alex Rins ha riflettuto sui limiti della M1 e sul valore del suo gruppo di lavoro. Lo spagnolo ha spiegato cosa distingue Quartararo dagli altri piloti Yamaha e come sta cercando di ritrovare il feeling per tornare davanti

Alex Rins ha rilasciato una lunga intervista a Crash.net parlando di quella che è stata una stagione non facile, conclusa al 19° posto in classifica finale. “È stato sicuramente un anno duro, difficile, perché la moto non rendeva particolarmente bene. Poi da pilota quando non ottieni un buon risultato, tutto diventa più complicato e la stagione sembra più lunga. È normale. Ma sono contento perché il mio gruppo di lavoro è davvero fantastico e anche nei momenti più difficili sono riusciti a supportarmi al massimo.”

Nonostante Yamaha abbia fatto molti passi in avanti, portando in pista anche un primo prototipo del motore V4, che tutti e quattro i piloti monteranno sulla M1 del 2026. “Quando hai il giusto feeling con la moto, puoi dare il 100%. E a Mandalika, quel feeling ce l’avevo. Avevo un buon assetto, la moto non andava male per quella pista, e non ho certo dimenticato come si guida una moto.”

“Oliveira, Miller ed io siamo tutti vicini sul giro secco. Fabio è l’unico che potrebbe fare una pole, diciamo. Ha molta esperienza con questa moto. Si adatta davvero bene a lui. È il suo settimo anno con Yamaha. Non voglio dire che noi non possiamo farcela, ma per lui viene sicuramente più naturale.”

La moto va molto bene in frenata. È davvero stabile e piacevole. La frenata è un punto davvero forte. Ma non avevamo molto grip al posteriore, quindi era tutto affidato all’anteriore.” Rins ha sperimentato anche cambiamenti nel suo stile di guida per cercare di estrarre più performance, con scarso successo.

“Ho provato ad aspettare un po’ prima di entrare in curva, ma non ha funzionato granché. Così ho mescolato un po’ questa cosa con il mio stile naturale, a seconda della situazione. E l’obiettivo è sempre quello: vincere un campionato del mondo.”

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