Marc Marquez, attuale leader del mondiale MotoGP 2025, si è raccontato andando a scoprire qualche carta della sua carriera. Dalla lotta con Valentino Rossi ai record di Giacomo Agostini, passando per il tremendo calvario da Jerez 2020.

Marc Marquez sta dominando il mondiale MotoGP 2025 con la GP25 del team Ducati Lenovo. Un Marquez che può essere paragonato a quello visto ai tempi della Honda, quando in pista dominava in qualsiasi circuito. La carriera del pilota spagnolo è stata però molto travagliata; tra infortuni e lotte in pista, ma non solo. Le battaglie mediatiche hanno sempre fatto parte della sua carriera, specialmente quella con Valentino Rossi che è iniziata nel 2015.
L’otto volte campione del mondo si è raccontato ai microfoni di DAZN, parlando dei punti chiave dei suoi anni in MotoGP. Il momento più complicato della sua carriera, come già specificato da lui molte volte, è senza ombra di dubbio l’infortunio di Jerez 2020. Un rientro in pista troppo affrettato, con delle conseguenze che tuttora sono difficili da lasciare indietro.
Di seguito le parole di Marc Marquez a DAZN riportate da Motorsport.com: “Quando qualcosa non dipende solo da te, non puoi dire sono “interessato”. Voglio avere al mio fianco solo le persone che hanno qualcosa da darmi”. Tutti i rivali mi hanno detto cose brutte. Ho avuto le mie questioni con Pedrosa, Lorenzo e Valentino, ma sono rivali. Sono colleghi, ma rivali. E la cosa di cui sono più orgoglioso è che quando hai 20 anni è facile che tutte queste dichiarazioni ti condizionino e non mi hanno condizionato né nel carattere, né nel mio modo di guidare“.
“Dani Pedrosa mi ha insegnato tanto. Lui è quello da cui ho imparato di più. Con più altezza e forza avrebbe vinto più di un titolo in MotoGP. Ho cercato di guidare come lui, ma con più aggressività. E poi, a modo mio, ho imparato ad essere martellante come Lorenzo e a gestire la gara come Rossi“.
“Mi sembra difficile raggiungerlo (Giacomo Agostini). Mi mancano tante vittorie, ma non ho mai fissato una quota di trionfi da raggiungere in carriera. Non conoscevo il numero di successi di Agostini e Rossi. Vincere sette titoli in MotoGP mi sembra più fattibile che raggiungere 89 successi. É più fattibile perché niente è facile, ma ci proverò. Ritornare in pista a Jerez nel 2020 fu l’errore più grande. Mi ha lasciato strascichi che porto ancora oggi. É una cicatrice ancora aperta, perché forse le cose potevano andare diversamente“.