Bagnaia non si ferma un istante. Il campione italiano della MotoGP è sceso in pista nel circuito di Modena in sella alla nuova Panigale V4-S. Insieme a lui anche Nicolò Bulega, attuale leader del mondiale WorldSBK. Pecco Bagnaia è pronto a dare battaglia a Marc Marquez in Argentina questo weekend, in vista del secondo Gran Premio stagionale.

Pecco Bagnaia in preparazione al Gran Premio d’Argentina di questa settimana.

Bagnaia non smette di allenarsi. Dopo il primo Gran Premio stagionale della Thailandia, dove Marc Marquez è tornato a casa con il bottino pieno, Pecco è sceso in pista per degli allenamenti sul circuito di Modena. Questo weekend si corre in Argentina, circuito dove il tre volte campione del mondo non è mai riuscito a brillare eccessivamente. Al contrario di Marquez, dove ha vinto per ben tre volte (2014 – 2016 – 2019).

Una cosa è certa, sarà battaglia vera. Dopo un primo weekend non andato per il meglio, Bagnaia ha deciso di scendere immediatamente in pista per macinare altri chilometri, in modo da arrivare sempre più in forma agli appuntamenti del mondiale. Con lui anche Nicolò Bulega, attuale leader del mondiale WorldSBK. Al contrario di Pecco, Nicolò, durante il primo weekend di gara in Australia, è tornato a casa con il massimo dei punti dopo aver vinto tutte le gare in programma.

La Panigale V4-S di Pecco Bagnaia.

A Termas de Rio Hondo, Pecco è chiamato ad una prima risposta stagionale. Lo spagnolo, otto volte campione del mondo, sembra stia attraversando un momento di forma eccezionale. Senza ombra di dubbio, mentalmente, uno dei migliori di tutta la sua carriera. Girare in sella alla nuovissima Panigale V4-S è sempre un ottimo banco di prova. Cercare il limite con una moto diversa, in questo caso una Panigale, è sempre ottimale per trovare il giusto feeling per i veri e propri Gran Premio di MotoGP.

Un mondiale dove ogni punto sarà fondamentale e tutte le situazioni dovranno essere gestite al meglio. Ogni giro potrà essere decisivo, di conseguenza ogni scelta potrebbe rivelarsi fatale. Possiamo dire, dunque, che è vietato sbagliare.