Nonostante una grande ripresa a livello di prestazioni in questo inizio di stagione, Joan Mir è solo 18° in campionato. Il motivo? Le troppe cadute, il punto debole del pilota spagnolo da ormai due stagioni. Per tornare a ottenere di nuovo buoni risultati ora Joan deve concretizzare.

La Honda a Jerez non ha brillato come ci si aspettava, a favore invece di un rinato Fabio Quartararo sulla Yamaha. Ma indubbiamente i risultati non sono stati neanche negativi, con Luca Marini che si è riconfermato stabilmente nella Top 10. La RC213V di quest’anno ha ancora dei punti deboli, il time attack e il motore su tutti, ma complessivamente si sta affermando come un’ottima base di partenza per tornare competitivi.

Questo passo in avanti enorme indubbiamente ha fatto piacere a Joan Mir, che dovrebbe essere il pilota di punta di HRC Castrol, essendo il campione del mondo della squadra. Ma nonostante mostri comunque degli ottimi ritmi in qualifica e prove, ad oggi Joan è lontano da Johann Zarco e Marini in classifica, essendo solo 18° con 11 punti, meno della metà del suo compagno di squadra. La causa si individua facilmente nelle troppe cadute, addirittura 5 su 9 gare disputate comprese le Sprint.

Eppure Mir rimane molto ottimista, confortato dalle prestazioni convincenti della moto negli ultimi tempi. Ma è anche lui consapevole che ora bisogna portare a casa punti, anche per dimostrarsi la prima guida nel box. Queste le sue parole riportate da Speedweek in conferenza stampa: “Dopo il fine settimana e i test di Jerez, potrei avere un buon weekend con punti decenti. Voglio mantenere questa intensità e finire la gara. Questa è la storia per me. Se finisco una gara fuori dalla top 10, allora non vale nulla per me. Ma se riesco a mantenere la velocità che abbiamo mostrato lì e che è stata molto buona, allora possiamo lottare per la top-6. Questo è un obiettivo realistico per le prossime gare.”

“Nei test abbiamo provato un motore con il quale siamo migliorati un po’. Ma non so ancora se useremo questo qui, lo spero. È solo un piccolo passo, ma sarebbe un piccolo aiuto. Tutto ciò che ti dà un po’ più di margine di sicurezza durante la guida è il benvenuto. Se voglio lottare contro questi ragazzi come ho fatto a Jerez, devo andare al limite e rischiare più degli altri. Questo apre la porta agli errori, a quello che è successo.”

Non si trasforma rapidamente la moto peggiore dell’anno scorso nella seconda migliore, è impossibile. Ma sento di avere ora gli strumenti per combattere con gli altri produttori. Rispetto a loro abbiamo punti di forza e di debolezza, l’anno scorso erano solo punti deboli. Siamo molto bravi in alcune aree, come in frenata e in curva. Siamo anche migliori di altri produttori e possiamo tenere il passo. Non abbiamo la potenza del motore di KTM, Ducati e Aprilia, ma abbiamo altre cose che fanno un buon punto di partenza. Tutti possono immaginare che il mio obiettivo, e quello della Honda, non è quello di lottare con loro, ma di batterli.”