La voce della WorldSBK per Sky Sport MotoGP Edoardo Vercellesi ha parlato a PoleGP dei temi più importanti di questo inizio di stagione 2024. Dalla delicata situazione in casa Ducati, passando per Iannone e il binomio Toprak-BMW. E sul futuro della SBK…
Edoardo Vercellesi è uno di quei nomi che quando si parla di WorldSBK è sempre sull’attenti. Non a caso la commenta per Sky Sport, ormai dal 2019, insieme a Max Temporali. PoleGP ci ha fatto una lunga chiacchierata prima del fine settimana ad Assen per parlare di quelli che sono stati i temi più caldi di questo inizio di stagione. Dalla delicata situazione in casa Ducati, passando per Iannone e il binomio Toprak-BMW. Finendo addirittura parlando di Supersport.
Abbiamo assistito a un inizio di mondiale Superbike caotico. Gerarchie completamente stravolte. Qual è la direzione che la WorldSBK sta prendendo?
“Secondo me stiamo andando verso una Superbike di cinque grandi. Non abbiamo più solo i fantastici tre ed è un’ottima notizia. Tra questi ci trovi case diverse, piloti con storie e caratteristiche differenti e quindi c’è un mix molto etereogeneo, che tendenzialmente può essere una bella garanzia di spettacolo. C’è un nuovissimo Nicolò Bulega, Alvaro Bautista che ha vinto gli ultimi due mondiali, Andrea Iannone con la sua storia, Toprak Razgatioglu con la sfida BMW e un Jonathan Rea che in realtà si aspettano tutti che torni al più presto. Più altre storie che ci ruotano intorno come i gemelli Lowes, Rinaldi che si deve ricostruire, Bassani per la prima volta da ufficiale. Le storie non mancano. Una WorldSBK di grande spettacolo in pista, con piloti agguerriti che hanno per motivi diversi grande fame di vittoria.“
Per due anni Alvaro in Ducati ufficiale è stato l’unico punto di riferimento. Con l’arrivo di Bulega le cose sembrano essere cambiate. Ci sarà da lottare. Secondo te Bulega per Alvaro è più un impedimento o un motivo per cercare di andare più forte e alzare il livello?
“Sicuramente è entrambe le cose allo stesso tempo. Per riaffermare il suo ruolo di prima guida nel box deve probabilmente fare uno step rispetto agli anni precedenti in cui non dico ci si fosse seduto ma era certo del suo status di uomo squadra. Quando cominci a avere il tuo rivale principale dentro il proprio team potrebbero venire meno un po’ di certezze. Bautista è sempre stato storicamente il pilota che sa guidare meglio di tutti la Panigale, quando debuttò nel 2019 solo lui riusciva ad andare forte mentre gli altri erano completamente in difficoltà.”
“Non è più l’unico interprete di quella moto. Bulega in tutto questo ha fame. Ed è un pilota fortissimo, sotto tanti punti di vista. Quindi è sicuramente un grande problema. Probabilmente quello che manca a Nicolò è un po’ di determinazione magari nel corpo a corpo, probabilmente non è quello il punto in cui è più forte. A livello mentale però è tanto cresciuto e il fatto che Bulega sia così solido sotto tantissimi aspetti fa sì che sia un grande problema per Bautista.”
Ti aspettavi vedere Bulega vincere subito a Phillip Island?
“Inizialmente no. Dopo i test però non potevo più dirmi così tanto sorpreso. Però è veramente impressionante che abbia trovato questo feeling innato con la V4. L’ha guidata fin da subito come se la conoscesse da una vita. Non era scontato. Questo consiste anche nella prova che la V4 è diventata una moto per tutti e non più solo per il singolo pilota. Però di rookie del genere ne abbiamo avuti pochi nella storia della Superbike, per cui non me lo aspettavo da vittoria ma fin dai test ha seminato per far si che poi succedesse.”
E a proposito di rookie, un altro che sta stupendo tantissimo è Andrea Iannone…
“In questa WorldSBK può rinascere.” Continua Edoardo Vercellesi. “Sta rinascendo. Mi aspetto una vittoria o più di una già quest’anno. Non lo vedo ancora da titolo, perché prima gli serve un anno di esperienza su questa moto. Ora arrivano piste su cui non ha fatto i test, il ché potrebbe dargli qualche patema d’animo in più. Questo metterà a dura prova la sua velocità d’adattamento. Non ha perso né la velocità né lo smalto nel corpo a corpo. È ancora un pilota molto intelligente. Se il suo feeling con il team rimane buono e se riescono a trovarsi sulla stessa frequenza, e non è scontato perché vengono da esperienza molto diverse, allora possono fare davvero molto molto bene. Iannone è un pilota che punterà al titolo, anche se secondo me non quest’anno.”
Nel team ufficiale Ducati WorldSBK si sta creando quella situazione già presente in MotoGP. La Panigale è la moto più forte e completa della griglia ma nel team ufficiale ci sono solo due selle. Tutto intorno piloti fortissimi ma che non trovano spazio. Secondo te come si deve gestire?
“Verissimo. Ducati in questo momento è la moto più ambita. Però ci sono una serie di ragioni che vanno dalla minore potenza economica a differenze un pochino più piccole che intercorrono tra un team ufficiale e un team clienti che secondo me rendono meno agguerrita la corsa per un team ufficiale in Superbike. Rispetto almeno a quella che vediamo in Ducati MotoGP con Jorge Martin e Enea Bastianini. C’è meno da gestirla. Penso sia più sostenibile anche per la stessa casa.”
Toprak Razgatioglu è stato un grande protagonista a Barcellona. Ti aspettavi il turco così competitivo?
“Non me lo aspettavo già da vittoria. Ma se c’è un pilota che poteva stupire vincendo già quello poteva essere solo lui. Toprak è un po’ come Casey Stoner. Un pilota capace di guidare sopra i limiti di una moto, motivo per cui non è il miglior sviluppatore possibile, e infatti BMW ha messo in piedi questo test team molto importante. Segno che sta credendo tantissimo nel progetto Razgatioglu e ha capito che lui è l’uomo giusto.”
Quanto c’è di Toprak e quanto di BMW nel buono visto fino a qua?
“Di Toprak tantissimo. Però bisogna riconoscere a BMW di aver lavorato nella direzione giusta con un cambiamento alla direzione tecnica lo scorso anno e l’arrivo di Chris Gonschor con un investimento importante per affiancare a Toprak una componente di collaudo attenta come quella che portano avanti Guintoli e Bradley Smith. Però torniamo a Toprak perché le altre BMW erano più indietro. Van der Mark ha fatto un bel weekend, che in qualche modo testimonia un passo in avanti su una pista come Barcellona in cui storicamente BMW avrebbe dovuto fare fatica. Per il poco grip e perché BMW ha sempre sofferto il grip al posteriore. Ragion per cui molto spesso i piloti BMW spesso cadevano di highside.”
Uno dei protagonisti, fino a qua, della Supersport 600 è Yari Montella. Secondo te può arrivare a fare lo stesso tipo di percorso che ha fatto Bulega lo scorso anno?
“Credo che Yari abbia fatto un passo mentale in avanti enorme da due anni fa a oggi. L’anno scorso è stato un anno importante per lui perché ha trovato un team ottimo, una moto competitiva come l’attuale Ducati Supersport e quindi ha capito di essere nel posto giusto. Con un anno di esperienza in più ora può maturare. Raccogliere i frutti. Ma soprattutto io credo che al terzo anno di esperienza in Supersport e con le batoste degli anni scorsi abbia fatto in avanti a livello di approccio importante. Credo che sbaglierà meno del passato e questo farà la differenza per dargli una stagione da titolo.”
Lo vedresti bene in una futura WorldSBK?
“In questo momento sì. Forse quest’anno è il pilota più accreditato per il titolo, anche se non di tanto. Leggermente sopra secondo me rispetto a Manzi, Schroetter e Huertas proprio per questa crescita che sembra aver fatto a livello di solidità. Vorrei tanto vederlo in SBK. Sarei curiosissimo di vedere cosa potrebbe fare Yari su una Superbike. Si tratta un pilota molto diverso da Bulega, però meriterebbe di raccogliere i frutti di questo lavoro portandosi in SBK.” Poi Edoardo Vercellesi conclude così: “spero che Barni o qualcun altro decidano di dargli questa chance in futuro.”