Il 23 ottobre del 2011, esattamente 14 anni fa, ci lasciava Marco Simoncelli. Ancora oggi, tutto il mondo delle due ruote fatica a metabolizzare quel bruttissimo scherzo che il Sic ci fece in Malesia, a Sepang. Sarai per sempre nei nostri cuori, non ti dimenticheremo mai.

Marco Simoncelli: scomparsi in Malesia il 23 ottobre del 2011.

Il 23 ottobre del 2011 il mondo del motorsport non perdeva solo Marco Simoncelli, ma perdeva uno dei personaggi più iconici della storia della MotoGP. Una di quelle persone indimenticabili, che rimarrà per sempre nella mente di qualsiasi appassionato o di qualsiasi tifoso. Perché il “Sic” non era come gli altri piloti, era speciale e ce lo ha sempre dimostrato nella sua semplicità nel parlare e fare le cose di tutti i giorni, le quali pur diventando pilota, non sono mai cambiate.

Marco Simoncelli nacque il 20 gennaio del 1987 a Cattolica. Fin da piccolino si divertiva tantissimo con le minimoto nelle piste della riviera romagnola, dove partecipava anche a delle gare a livello giovanile. Gare nelle quali collezionò fin da subito molte vittorie, tantissimi podi e altrettanti titoli. Insomma, Marco era nato per correre. Quello era senza ombra di dubbio il suo mondo, anche perché come si divertiva lui, non si divertiva nessuno. Successivamente debuttò ben presto nelle categorie maggiori, quelle davvero importanti. A soli 14 anni si laureò Campione Europeo 125, conquistando immediatamente un posto nel Motomondiale. Nel 2008 arrivò poi il sogno, Marco diventò “World Champion” nella classe 250cc, come si era ripromesso da bambino.

Marco Simoncelli: campione del mondo della 250 nel 2008.

Il Sic era il classico “Romagnolo DOC”; riusciva ad essere spontaneo in ogni situazione e in ogni momento della giornata. Aveva la capacità di far ridere tutti ogni volta che diceva qualcosa, una di quelle persone uniche e straordinarie. In passato veniva soprannominato “Superpippo” a causa della sua altezza, ma non solo, infatti Marco aveva anche delle braccia lunghissime con uno stile di camminata tutto suo. Ma non era il suo unico soprannome, Marco veniva chiamato anche “Sic”, soprannome che gli rimarrà per tutta la vita.

Si è sempre allenato nella stessa palestra di Pesaro con Vale a Tavullia, dove nacque un’amicizia indelebile per entrambi, avevano trovato entrambi il proprio braccio “destro”. Due grandi amici che correvano insieme con le moto da cross, la loro passione più grande. Valentino Rossi è senza dubbio il pilota che stimava di più il Sic, parlavano di tutto in qualsiasi momento. Per Vale è sempre stato un punto fermo, una persona di cui ne sentiva il bisogno, una persona con la quale riusciva sempre a essere sé stesso. 

Marco Simoncelli e il suo iconico numero sul cupolino: il suo amato 58.

Quando iniziarono a correre in MotoGP insieme era diventato un sogno impossibile che finalmente si stava realizzando, ma dopo successe l’impensabile. Valentino, in svariate interviste, ha sempre dichiarato di aver vissuto uno dei giorni più brutti e tristi della sua vita, e che il ricordo del Sic rimarrà indelebile nel suo cuore per tutta la vita. Non solo per Vale, ma anche per tutti noi che abbiamo gioito e sofferto insieme a Marco, e che nonostante tutto rimarrà per sempre nei nostri cuori. Se ci fermiamo ad ascoltare attentamente, possiamo ancora sentire una voce urlare: “Dio bò” nel il paddock dello sport più bello, ma allo stesso tempo doloroso che ci possa essere.

Era il 14 ottobre del 2011 quando ci feci quel bruttissimo scherzo che ancora oggi non riusciamo a metabolizzare. Non ti dimenticheremo mai. Ci manchi Sic!

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *