Nicolò Bulega chiarisce la dinamica del contatto con Toprak Razgatlioglu in Superpole Race a Jerez. Il ducatista si scusa pubblicamente e condanna gli insulti ricevuti nel paddock

Nicolò Bulega ha voluto chiarire la propria posizione dopo il contatto con Toprak Razgatlioglu nella Superpole Race di Jerez, episodio che ha infiammato l’ultimo weekend del mondiale Superbike 2025. Il pilota Ducati, in piena lotta per il titolo al momento dell’incidente con Toprak, ha pubblicato una lunga lettera sui propri canali social per spiegare la sua versione dei fatti. Ho letto e sentito cose non vere riguardo al contatto tra me e Toprak nella SP Race. La prima, e forse la più grave, è che l’avrei fatto apposta, niente di più falso. Chi mi conosce sa che il mio punto forte è sempre stato la percorrenza in curva, e la correttezza verso gli avversari.”

Bulega ha ammesso l’errore, ma ha sottolineato la mancanza di intenzionalità nella manovra. “Dopo un’intera stagione fatta di sorpassi e controsorpassi al limite, da entrambe le parti, un errore può capitare. Forse se fosse capitato in un altro weekend non avrebbe fatto tutto questo scalpore. Un errore che, vorrei sottolineare, è stato sanzionato con un long lap che ho scontato.”

Il pilota italiano ha poi voluto chiarire di aver chiesto scusa subito dopo la gara. “L’ho fatto nella prima intervista con TNT, era l’unico modo. Chi mi ha visto sa che non ero felice di vincere sapendo che Toprak era caduto. Dopo il podio ho anche chiesto di parlargli direttamente, ma comprensibilmente ha preferito rimandare a dopo Gara 2.C’erano dei tifosi nel paddock che mi insultavano. Mentre lo facevano ho risposto con un pollice alzato. Ma credo che la loro reazione sia stata fuori misura. Gli insulti e le minacce verso me, la mia ragazza, la mia famiglia e il mio team non hanno nulla a che vedere con lo sport.”

Il ducatista ha poi speso parole di rispetto per il suo rivale turco. “Toprak non è così. È un pilota tosto, un avversario leale. Molti dei suoi fan dovrebbero prendere esempio da lui. A fine Gara 2 ci siamo parlati, nessun rancore. In Superbike, come in MotoGP, c’è ancora un ambiente sano.”

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