Alex Marquez è finito a terra in entrambi i turni del venerdì, riportando anche un piccolo infortunio al braccio sinistro. Ciò non gli ha impedito di fare il miglior tempo, davanti a Bagnaia e Morbidelli: “Ho esagerato, dovrei essere più preciso.”

Alex Marquez ha suonato la carica a Jerez. Dopo quattro GP fuori Europa complessivamente positivi, lo spagnolo è al momento la sorpresa di questa stagione. La costanza nella MotoGP di oggi fa la differenza, e con un ottimo rullino di marcia si è messo in seconda posizione nella classifica generale, in mezzo alla coppia rossa di Ducati Lenovo. Manca ancora la ciliegina della prima vittoria in MotoGP, e la pista di casa potrebbe essere il posto perfetto per togliersi questa soddisfazione.

Le premesse per questo grande passo ci sono tutte. La gara lunga del Qatar, compromessa per un suo errore, è ben vivida nei suoi ricordi, e sarà un grande stimolo per far bene davanti al pubblico spagnolo. Le due cadute, una nel primo e l’altra nel secondo turno non sono bastate a togliergli fiducia, e nel time-attack finale ha demolito il record del tracciato con un 1:35.991. La seconda caduta in particolare aveva fatto temere il peggio. Mentre si trovava in scia al fratello, l’anteriore della sua Ducati lo ha scaricato a terra in curva 5. La rotolata in ghiaia gli ha procurato delle ferite al braccio sinistro, ma fortunatamente senza ulteriori lesioni.

Ho un piccolo infortunio al braccio, purtroppo sono cose che capitano quando cadi ad alta velocità ma non è nulla di preoccupante“, ha tranquillizzato Alex Marquez ai microfoni di Sky Sport MotoGP. “L’aspetto positivo è che ho subito ritrovato la fiducia una volta ripartito. So il motivo della caduta. Veniamo da circuiti dove si va molto forte, qui invece le velocità sono più basse e si ha l’impressione di non essere al limite, quindi ho esagerato.

Siamo competitivi, ma devo imparare a mantenere la calma ed essere più preciso. Il miglior modo di chiedere scusa al team per i miei errori era quello di andar forte e fare le cose nel modo giusto. Ho cercato di tornare in pista concentrato e preciso, sono dovuto restare ai box quaranta minuti quindi sapevo cosa dovevo fare.

Prima della seconda scivolata, Alex era sceso in pista alle spalle del fratello Marc, per cercare di carpire segreti dalla sua guida. “Quando siamo usciti dai box insieme, mi son detto di rimanergli dietro, per capire meglio come lui facesse alcune curve in cui andava fortissimo. Soprattutto in quelle verso sinistra è impressionante da vedere, e volevo imparare il più possibile osservandolo. Nella curva 5 in cui sono caduto invece io ero più forte, solo che non ho calcolato bene le distanze. Sarà un insegnamento per la gara, quando saremo vicini in quel punto della pista mi tornerà utile questo errore. Comunque vedere la sua guida è sempre bello, è molto preciso e non fa mai errori.