Marc Marquez, dopo una partenza da horror a causa di un tear-off finito sotto la gomma posteriore, va a riprendere Jorge Martin e con un’entrata da campione va a vincere la gara. Cinque punti tolti a Martinator, che è comunque sempre più leader del mondiale. Bagnaia, infatti, non ha il passo dei primi due e si deve accontentare del terzo posto. Tutto quello che è successo nel gran gran premio Phillip Island
Marc Marquez ha vinto a Phillip Island. Ha vinto alla sua maniera. Da pilota extraterrestre, come al suo solito. Una gara dove vince alla fine chi butta di più il cuore oltre l’ostacolo. Prima si prende un rischio incredibile, con il tear-off del casco che gli finisce sotto la gomma posteriore che in partenza gli slitta e dopo la prima curva si trova 13º. Poi in rimonta arriva sul podio, passa Pecco Bagnaia e va a riprendere Jorge Martin che davanti davanti stava cercando di scappare. E appena lo raggiunge, è welcome to the jungle. Staccate, sorpassi, botta e risposta. Lo stesso Martin, nelle interviste dopo la gara, è arrivato a dire che in quel momento al campionato non ci ha pensato. Voleva solo vincere.
Ma Jorge Martin ha vinto lo stesso. Non il Gran Premio, ma esce da Phillip Island come leader sempre più solito del mondiale. Adesso i punti di vantaggio che lo separano da Pecco Bagnaia sono 20. Il doppio di quanti ne avesse quando sono arrivati. Per tutto il fine settimana ne ha avuto di più. Qualifica, Sprint e gara. Tutto perfetto, se non fosse che si è trovato contro un otto volte campione del mondo che pur di vincere la gara probabilmente avrebbe rischiato più del dovuto. Rischi che Jorge Martin non poteva assolutamente permettersi di prendere. Marquez sì.
Adesso si va in Thailandia, poi Sepang e Valencia. Se facciamo il gioco di basare le valutazioni sui valori dello scorso anno, allora Martinator è nettamente il favorito per vincere il mondiale. Due piste delle prossime tre, ovvero Chang e Valencia, sono convenzionali più a lui che a Bagnaia. E l’altro deve recuperare anche venti punti, quindi è tutt’altro che facile. Non è sbagliato dire che per Bagnaia, in questo momento, inizia ad essere un po’ in salita.
Bagnaia sembra essere più veloce quando la situazione è ideale. Lo dimostrano le otto vittorie in stagione che in questo momento, però, non stanno pagando. Quando qualcosa non funziona, infatti, va in difficoltà. Tanti errori, fin qua, che lo stanno mettendo in ginocchio, Misano 2 e Aragon (contatto con Alex Marquez) su tutte. Sebbene ormai non vinca più tanto spesso (una vittoria sola da Le Mans in poi, cioè Mandalika), Martin è estremamente costante e sbaglia davvero raramente. Per Pecco, nei tre weekend che rimangono prima di andare in vacanza e pensare al 2025, ora serve recuperare punti. Anche a costo di prendersi qualche rischio.
Vince Marquez, ma sulla terra dei normali…
Ducati riesce a mettere sei moto nelle prime sei posizioni. Dopo i fantastici tre, ai piedi del podio ci sono la VR46 di Fabio Di Giannantonio, la GP24 di Enea Bastianini, forse limitato dalla posizione in griglia, e Franco Morbidelli. La prima moto non Ducati è la KTM di Brad Binder che chiude settimo. Non ha potuto vedersela con Pedro Acosta perché lo spagnolo è stato dichiarato unfit in seguito alla caduta della Sprint di sabato. Enorme rammarico per Marco Bezzecchi che, dopo esse stato protagonista nella Sprint per l’incidente a curva 1 con Maverick Vinales (e le forti dichiarazioni che sono susseguite), è scattato molto bene e mentre era in lotta per il podio è scivolato.
A chiudere la top10 Maverick Vinales, Fabio Quartararo e Raul Fernandez. Altra top10 per la Yamaha che continua il suo processo di sviluppo. Stavolta senza intoppi di benzina sul traguardo. L’altra Yamaha, quella di Alex Rins, ha chiuso tredicesimo, comunque in zona punti. Weekend con il bilancio positivo se contiamo anche Honda, che chiude a punti con Johann Zarco, vincitore su Ducati del GP d’Australia nel 2023, e Luca Marini.