Fabio Quartararo e Alex Rins, i due piloti del team Yamaha ufficiale MotoGP, sono in alto mare e la tappa di Austin lo ha dimostrato. Solo soldi? Fabio Quartararo – che di recente ha accettato la cospicua offerta giapponese rinnovando il contratto – ha conquistato qualche punticino con il dodicesimo posto della gara. Ma Yamaha non si è affatto arresa…

Il Gran Premio di Austin della MotoGP, andato in scena al COTA (Circuit Of The Americas), in Texas, è stato il terzo appuntamento stagionale. Adesso, il circus si prepara all’approdo in Europa. Con Jerez all’orizzonte, tutto è pronto per l’inizio del motomondiale europeo. Ma come ci arriva la massima serie motociclista? Tanti sono i temi caldi, tanti gli interrogativi, una delle questioni più aperte è sicuramente quella che riguarda Yamaha. La casa che di recente è stata al centro dell’interesse mediatico, per il rinnovo del suo pilota di punta Fabio Quartararo.

Fonti vicine al paddock hanno parlato di 12 milioni di euro complessivi per un biennio, stagione 2026 compresa. Quartararo è stato fortemente criticato per questa sua scelta: perché restare in una squadra che ora come ora lo esclude dal poter lottare per vincere? La verità è che non è come sembra. Quartararo, oltre a scegliere di proseguire con la casa dei tre diapason perché attratto – evidentemente – dalle condizioni contrattuali, lo ha fatto perché crede fortemente nel progetto. Cosa significa? Significa che sta dando l’anima per migliorare il pacchetto moto. Una dimostrazione? Ha corso la gara lunga di Austin con una moto mai provata prima, come riporta crash.net.

Fabio Quartararo a Crash.net “Questo fine settimana lo abbiamo dedicato a provare molte cose e ci siamo concentrati principalmente sul miglioramento della moto. Ho iniziato la gara con una moto che non avevo mai provato prima. Abbiamo provato moltissime cose. Sappiamo di cosa abbiamo bisogno e avere una direzione chiara verso cui lavorare è positivo

Ha detto El Diablo. Anche il suo compagno di box Rins ha corso completamente ‘al buio’, decidendo l’assetto per la gara basandosi esclusivamente sui dieci minuti di Warm Up. Una scelta azzardata, date le diverse condizioni della pista tra le due sessioni. Crash.net riporta che domenica mattina lo spagnolo ha provato una moto diversa rispetto a quella che ha poi usato in gara per capire quale sarebbe stata la direzione da prendere”.

Quindi, Yamaha non è morta. La verità è che il percorso è lungo, ma piloti e squadra stanno facendo tutto il possibile per tornare sù. La dimostrazione palese è che hanno affrontato il weekend texano prendendolo come un test. E quando si arriva a questi punti, è proprio perché non si ha più niente da perdere. Ma tutto da guadagnare.